Allora puntiamo un telescopio sufficientemente potente
e chiariamo una volta per tutte il mistero ...
Questa è l'affermazione classica di persone che non conoscono per nulla il funzionamento di un telescopio. Il fatto che questi strumenti siano in grado di rilevare e fotografare oggetti lontani miliardi di anni luce immensi e molto luminosi, non significa al contempo, che siano in grado di rilevare oggetti abbandonati sulla superficie lunare nel corso delle missioni Apollo, piccoli e deboli. Sarebbe davvero bello, avere a disposizione strumenti ottici che ci permettessero di fare quattro passi tra i sassi e la polvere lunare, magari standosene comodamente seduti su una poltrona qui sulla Terra, ma purtroppo non esistono. Sembra incredibile al dirsi, ma al momento nessun telescopio costruito, anche il più grande, sarebbe in grado di rilevare gli oggetti abbandonati sulla Luna durante le missioni Apollo.
Ma perchè attualmente ne siamo impossibilitati?La risposta logica ci arriva come sempre dalla fisica. Quando si considera l'obiettivo di un telescopio, non si può fare a meno di fare i conti con un parametro molto importante: "la risoluzione ottica angolare". Questa esprime (in frazioni di grado) la grandezza massima dei particolari più piccoli "risolubili" con un qualsiasi strumento ottico. Supponiamo di puntare sulla Luna il telescopio spaziale Hubble (HST), con il suo obiettivo da 2,4 mt di diametro e la sua risoluzione massima pari a 0,1 secondi d'arco. Stando a quanto è possibile calcolare, con questo strumento sarebbe possibile rilevare il cappuccio di una penna a sfera, posta a 50 km di distanza dalla superficie del suo obiettivo. Questo confronto, serve per capire che se lo puntassimo verso Luna, che dista mediamente 384.000 km dalla Terra, l'oggetto più grande che riusciremo a distinguere sulla sua superficie, avrebbe un diametro di circa 100 mt. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che un pixel della nostra ipotetica foto, scattata con il sensore CCD della camera digitale di HST, equivarrebbe ad una porzione del suolo lunare pari a 100x100 mt.
L'oggetto più grande abbandonato dagli astronauti sulla Luna è lo stadio di discesa del LEM (quello dorato con le quattro zampe), che ha un diametro di circa 10 metri, ovvero 10 volte più piccolo del più piccolo particolare risolubile. Questo vuol dire che nel nostro sensore, sarebbe inghiottito da un singolo pixel.
Se volete rendervi conto praticamente di quanto appena detto, provate ad accedere alle pagine di questo sito NASA. Qui è presente una foto ad alta risoluzione del sito di allunaggio di Apollo 17 , scattata dal Telescopio Spaziale Hubble e successivamente elaborata al PC per ottenerne una copia anche in 3D. Questa mostra la valle di Taurus Littrow nel Mare della Serenità ripresa alla massima risoluzione ottica possibile del telescopio. Come è normale, del modulo di discesa del LEM e delle altre apparecchiature abbandonate nel corso della missione, non appare proprio nulla. Questi oggetti, infatti, sono immensamente più piccoli del più piccolo oggetto risolubile. Il crocicchio rosso posto al centro della foto, mostra la zona dove nel lontano dicembre del 1972 allunò il modulo lunare Challenger, con a bordo gli astronauti Eugene Cernan e Harrison Schmitt. Potremmo prendere i telescopi più grandi della Terra (penalizzati, al contrario di Hubble che si trova nello spazio, dal ribollimento dell'atmosfera terrestre), ma non riusciremo a fare di meglio. Gli unici telescopi che forse permetterebbero di ottenere un qualche risultato, sono certamente quelli del gruppo VLT, che, lavorando all'unisono (in interferometria) permetterebbero di scorgere oggetti abbandonati sulla superficie selenica, aventi una grandezza minima di circa 2 mt. Infatti la risoluzione teorica di questo grande occhio è stimata attorno ai 0,001 secondi d'arco. Ma è meglio frenare l'entusiasmo, infatti, si parlerebbe in tutto, di una manciata di pixel che potrebbero delineare solo in parte la forma degli ordigni abbandonati sulla superficie lunare. Purtroppo la risoluzione teorica di questo grande complesso ottico, non è ancora stata raggiunta (nonostante i sistemi ottici adattivi), ma un test proposto dagli scienziati che stanno perfezionando questo telescopio, è proprio quello di provare a rilevare gli oggetti artificiali sul suolo lunare. Non resta che aspettare, anche se la sonda automatica della NASA, LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter), ha battuto sul tempo gli astronomi, fotografando dall'orbita lunare, i luoghi d'allunaggio dell'Apollo, con una risoluzione ben più alta di quella che si potrebbe ottenere dalla Terra. Invitiamo i gentili visitatori del nostro sito a prendere visione delle meravigliose foto ottenute dalla NASA, cliccando sui sottostanti web links:
- http://www.nasa.gov/mission_pages/LRO/multimedia/lroimages/apollosites.html
- http://www.nasa.gov/mission_pages/LRO/multimedia/lroimages/lroc_200911109_apollo11.html
- http://lroc.sese.asu.edu/news/?archives/135-High-Noon-at-Tranquility-Base.html