Le fotografie ritenute "sospette" ...
Parliamo ora degli errori che i disgraziati cospiratori lunari "avrebbero" commesso sul set di posa del finto allunaggio. A dir dei maggiori esponenti del luna-complottismo, nel materiale fotografico dell'Apollo ci sarebbero parecchie pose ritenute altamente sospette, alcune delle quali al punto, da essere ritenute prove lampanti dell'intera cospirazione. La chiave del complotto, infatti, sarebbe racchiusa nelle anomalie complessive che ogni foto racchiuderebbe. Queste partirebbero dalle presunte "fonti d'illuminazione alternative" presenti, passerebbero dai "particolari che non avrebbero dovuto esserci" e si concluderebbero con la magnifica costatazione, che negli archivi fotografici della NASA mancherebbero del tutto le"fotografie venute male". Ecco la prima contraddizione di cui le trattazioni luna-complottiste sono a mio avviso ricolme. Prima viene detto che le foto sono talmente piene di errori e tali da svelare la beffa in quattro e quattr'otto, poi viene reclamata la totale assenza di foto venute male. Questa affermazione è priva di coerenza. Il materiale fotografico criticato dai teorici del complotto poi, è sempre lo stesso!
La maggior parte dei luna-complottisti, infatti, sono convinti che le fotografie disponibili al pubblico del programma dell'Apollo siano contenute solo ed esclusivamente nel povero malloppo delle dieci, venti fotografie, che abitualmente circolano in rete e che oramai a forza di essere compresse in formati trasmissibili, ritagliate e spesso manomesse, hanno perso la maggior parte del dettaglio fotografico risolubile. Quasi tutte queste fotografie poi, appartengono all'Apollo 11, la prima missione a sbarcare sulla Luna e guarda caso la più bersagliata in assoluto dai teorici del complotto. Ma perchè si parla solo ed esclusivamente dell'Apollo 11? Quasi sicuramente perchè otto persone su dieci, ignorano completamente che sulla Luna gli americani sono sbarcati sei volte, con sei missioni diverse (Apollo 11, Apollo 12, Apollo 14, 15, 16 e 17). Se si vuole appurarne il come e quando, internet offre la più variopinta raccolta di siti (in italiano e non), che trattano l'argomento in modo estremamente preciso e dettagliato. Gli archivi web della NASA poi, pullulano di migliaia di fotografie scattate dagli equipaggi che si avvicendarono con coraggio sulla superficie selenica, queste complete della loro accurata descrizione. In quegli archivi (il più completo di tutti è www.apolloarchive.com) tutto il materiale fotografico è collocato in ordine cronologico e disponibile al download anche nella versione ad alta risoluzione, comprese le foto scattate e venute male, che guarda caso (soprattutto nelle prime missioni dove l'esperienza fotografica lunare era ben poca) sono la maggior parte! Soprattutto le foto di Apollo 11 poi, sono un insieme di pose mal effettuate, d'errori d'esposizione e/o d'inquadratura. La prima impressione che si ha quando si visiona tutto il materiale disponibile sui siti NASA è, che a differenza di quanto sostenuto dai luna-complottisti, le foto venute veramente bene sono la minoranza!
Se accedete poi alla sezione dedicata all'Apollo 16, potrete vedere le foto più indecorose dell'intero programma. A causa di polvere lunare penetrata all'interno di una delle macchine fotografiche, infatti, quasi tutte le foto ottenute dagli astronauti, sono rimaste macchiate brutalmente. E' bene ricordare, infatti, che le pose dell'Apollo sono state scattate con macchine Hasselblad 500EL appositamente modificate per l'uso nello spazio e con mani rese goffe dai guanti a pressione. Queste erano prive del classico mirino a pozzetto di casa Hasselblad, che venne sostituito per l'occasione da un pratico mirino angolare, che permetteva una grossolana inquadratura, senza doversi piegare per verificare l'immagine (cosa molto difficile in una tuta spaziale). Tutti questi compromessi resero molto difficile la vita agli astronauti, con gli evidenti risultati in termini di qualità della posa.
Tanto per fare un esempio, la foto che ritrae l'astronauta Buzz Aldrin di Apollo 11 sulla superficie lunare e che è diventata negli anni un po' l'emblema dell'intera storica missione, è un classico esempio di posa inquadrata male. Data la mancanza di mira precisa, Aldrin appare nella scena quasi tagliato fuori nel lato superiore. In seguito, ai giorni nostri, la foto è stata modificata, aggiungendo una porzione di cielo nero e regolando un po' i contrasti. E' stata una modifica necessaria e ampliamente dichiarata dalla NASA, dato che la foto ha un'importanza fondamentale nel quadro generale dell'esplorazione umana dello spazio. La modifica però non ha alterato ciò che la foto doveva in realtà rappresentare e quindi non si può parlare di falsificazione. Le modifiche "estetiche" apportate, infatti, non esulano in alcun modo dal normale lavoro di un bravo fotografo. Anche le foto scattate durante un matrimonio venogono elaborate da un team di grafici, ma questo, non danneggia in alcun modo, l'aspetto degli sposi nel fotogramma o ne altera la loro collocazione all'interno della posa, anzi! Il lavoro di fotoritocco si limita solamente ad aggiustare i contrasti, regolando nitidezza, le alteluci, ottenendo, quel messaggio che si vuol far trasmettere alla scena. La foto di Aldrin quindi è stata aggiustata nei giusti limiti, solo con lo scopo di dargli un significato più marcato. Se la zona di terreno attorno a lui, appare più luminosa del suolo posto in secondo piano (foto di destra), non vuol dire, come sostengono erroneamente i luna-complottisti, che l'astronauta era illuminato da un proiettore di una sala di posa, ma solamente, che i contrasti della posa originale, sono stati aumentati, per far sì che l'occhio dell'osservatore, cadesse subito sull'astronauta: il vero soggetto della posa! Se si osserva la foto originale, infatti, ci si renderà conto che il rapporto d'illuminazione avanti-dietro della scena è più o meno costante, anche se nelle sue immediate vicinanze, l'illuminazione del suolo è leggermente maggiore e forse avente anche un po' una dominante dorata. Questa peculiarità nasce dall'azione combinata del riflesso della tuta spaziale stessa di colore bianco sul suolo circostante e del rivestimento in mylar dorato che equipaggiava il modulo di discesa del LEM, quest'ultimo posto a pochi metri dall'astronauta (la zampa dorata del modulo lunare che appare in basso a destra ne è la prova, così come il riflesso nella visiera di Aldrin).
La foto di Buzz Aldrin (Apollo 11) che scende la scaletta
Cominciamo ad analizzare le foto più gettonate dai teorici del complotto, partendo dalla tanto discussa foto n°1, quella che secondo tanti, ritrarrebbe "Neil Armstrong" intento a scendere la scaletta del modulo lunare per avventurarsi per la prima volta sull'antico suolo selenico.
La domanda che si pongono subito i luna-complottisti, visionata la foto emblematica e soprattutto non avendo ben chiaro come si svolse la missione di Apollo 11, è infatti la seguente: dato che Armstrong è il primo uomo a scendere sulla Luna, chi gli ha scattato la foto dal suolo lunare, che lo ritrarrebbe intento a uscire dal LEM? La risposta è semplicissima! Quello che i teorici del complotto asseriscono essere l'Armstrong, in realtà è l'Aldrin! Basta invertire i nomi dei soggetti fotografati ed il complotto è fatto! Infatti, se si legge accuratamente il programma di missione, si appurerà nell'immediato, che per quello storico primo passo, sulla Luna fu portata una solo fotocamera adattata per lavorare nell'ambiente spaziale. Questa immancabilmente, fu concessa a Neil Armstrong che fu il primo ad avventurarsi tra i sassi del Mare della Tranquillità e di questi rimase padrone per ben un quarto d'ora. Dopo poco, infatti, dimostrato che sulla Luna ci si poteva muovere tranquillamente, il centro di controllo missione di Houston, diede il permesso al suo compagno d'avventura di raggiungerlo. Questo sino a quel momento l'aveva aiutato nelle operazioni di sbarco, ma si trovava ancora all'interno del LEM e avrebbe dovuto restarci sino al momento prestabilito. Lo storico "secondo passo" di Buzz Aldrin quindi, fu fotografato da Neil Armstrong che si trovava già sulla superficie lunare ad attenderlo e che lo immortalò in questa splendida fotografia. E' incredibile a dirsi, ma proprio per la mancanza di una seconda fotocamera modificata all'uso nello spazio, la missione Apollo 11 è quella in assoluto di tutto l'intero programma, con il minor numero di foto che ritraggono lo storico comandante!Non credete che se le foto fossero state fatte in un set, i presunti fotografi lunari avrebbero ripreso molte più istantanee del comandante, data la portata del suo storico primo passo? Io credo proprio di si! Questa meravigliosa foto però, continua a far discutere molto i teorici del complotto, soprattutto per altre apparenti peculiarità che la contraddistinguerebbero. Infatti, commentano, in questa foto Aldrin risulterebbe troppo illuminato per trovarsi nell'ombra del LEM, evidenziando così, che la scena fu ripresa in un set cinematografico utilizzando diversi proiettori per illuminarla. Questa è un'altra tipica affermazione di chi conosce ben poco del funzionamento di un apparecchio fotografico. Per capire il motivo per cui Aldrin appare in questa posa più luminoso di quello che "apparentemente per qualcuno" dovrebbe essere, bisogna considerare ancora una volta il funzionamento di una macchina fotografica. Se si vuole riprendere un soggetto che si trova nell'ombra, bisogna per forza usare aperture del diaframma maggiori e di conseguenza aggiustare i tempi di posa. Questo comportamento induce una maggiore esposizione della pellicola alla luce, facendo in modo così, che un soggetto posto in ombra, possa apparire comunque e nitidamente. Questa manovra però, largamente utilizzata dai fotografi di tutto il mondo per esporre correttamente punti di un'immagine scarsamente illuminati, non è esente da rischi. Infatti, i particolari che sono colpiti direttamente dalla luce del Sole (soprattutto se di colore chiaro come il suolo selenico), potrebbero saturarsi di bianco. Ed è proprio quello che accade in questa foto! Il LEM ed Aldrin appaiono perfettamente, ma non è quasi più possibile distinguere i particolari del terreno circostante. Provate a cliccare sulla foto e appuratelo personalmente! Questo dimostra che Armstrong riuscì ad impostare nella sua Hasselblad (come suggeritogli dai tecnici fotografici presenti a Houston), un'ottima combinazione fra tempo di posa e diaframma, che gli consentì di riprendere efficacemente il soggetto principale, che non era la Luna di per se stessa o il cielo nero sovrastante, ma Aldrin che scendeva dalla scaletta! La forte luce che sembra illuminare Aldrin in modo "anomalo", quindi, in realtà era abbastanza fioca, ma divenì tale nella fotografia proprio per gli accorgimenti d'esposizione utilizzati. Quella debole luminosità che lo illuminava poi, non era affatto generata da un proiettore, ma direttamente dal riflesso della luce del Sole sulla superficie lunare stessa, diffusa poi successivamente anche in altre direzioni, dal rivestimento dorato del LEM, che in questo caso si comportava come un efficace specchio spiegazzato dall'imprevedibile comportamento ottico. Ecco perchè la visiera del casco di Aldrin ad esempio, è chiaramente visibile. Non dimentichiamo inoltre, che al momento dello sbarco di Apollo 11, avvenuto quando il terminatore lunare aveva da poco oltrepassato la zona di atterraggio (quindi attorno al 1° quarto della fase lunare), la Terra splendeva nel cielo in fase calante (circa all'ultimo quarto), riflettendo il 50% della sua luce potenziale. Questo aggiunse senz'ombra di dubbio, un po' di luce in più alla scena fotografata, facilitando ulteriormente una posa, che non sarebbe stata comunque difficile da ottenere.
La foto di Charlie Duke (Apollo 16) e l'orizzonte lunare
Un'altra foto molto discussa tra i teorici del complotto, è senz'ombra di dubbio quella che ritrae Charlie Duke di Apollo 16, intento a sistemare l'antenna ad alto guadagno della Rover Lunare. Sullo sfondo: il magnifico altopiano di Cartesio. In questa foto secondo alcuni luna-complottisti ci sarebbero molte anomalie. Se si osserva l'antenna a basso guadagno di colore bianco ad esempio, quella posta quasi al centro della scena, si noterà facilmente che questa appare davanti al crocicchio di collimazione della macchina fotografica. Secondo i complottisti, questo particolare sarebbe un esempio lampante d'errore sfuggito ai cospirazionisti nel momento in cui sul set di posa, si prestavano a modificare le immagini rendendole idonee alla loro diffusione nel mondo. Per l'effetto di una modifica eseguita in loco, quindi, un particolare della scena, sarebe finito grossolanamente dietro ad un altro, evidenziando così inesorabilmente la falsità della realtà rappresentata. I crocicchi presenti nell'immagine infatti, si trovavano su un vetrino apposito installato all'interno della macchina fotografica e quindi, per finire dietro ad un particolare dell'immagine fotografata, deve per forza essere stato manipolato in un secondo momento. Questa la versione complottista, ma la realtà invece è ben diversa! Per spiegare razionalmente questo fenomeno, smentendo subito così ogni tesi illogica, va detto subito che il fenomeno di sovrapposizione fotografica avviene anche sulla Terra in diverse fotografie e non può rappresentare in nessun modo un segno di contraffazione dell'immagine. Per spiegarne l'origine infatti, è necessario chiamare in causa alcune particolarità dell'elemento "pellicola chimica". Quando un oggetto bianco candido risulta fortemente illuminato dal Sole e viene fotografato su emulsione chimica, può succedere che la luce impressa su quest'ultima, interessi per riflesso anche le zone immediatamente limitrofe rispetto al punto in cui viene focalizzata. Questo fenomeno derivabile anche da una non correttissima messa a fuoco dell'immagine, può saturare velocemente i contorni di un oggetto filiforme e scuro che vi si trovi prospetticamente sovrapposto. E' una cosa normale che può capitare a chiunque si occupi di fotografia! Provate a fotografare un capello nero su un foglio bianco molto illuminato! Se dopo lo sviluppo sarete in grado di vederlo sarete fortunati! Ma la prova più concreta della mistificazione subita da questa foto, secondo i teroici del complotto, viene dallo sfondo.
Se si osserva la posa, si noterà che ad un certo punto l'immagine cessa di essere nitida e dettagliata, per apparire come se si trovasse su due piani diversi. Innanzitutto va detto che la regione di Cartesio è un altopiano ondulato, composto da rilievi e avvallamenti bruschi. La foto ad un tratto, cessa di essere nitida per il semplice motivo che Duke sta posando di spalle sul ciglio di una vallata e da quel punto in poi comincia una discesa. Quello che appare sfuocato infatti, non è altro che il terreno della vallata posto nelle immediate vicinanze. Il problema dipende dalle caratteristiche tecniche della macchina fotografica utilizzata. Quando si utilizza obiettivo con diaframma, non si riesce ad avere in genere una grande "profondità di campo" e dato che il soggetto principale inquadrato è l'astronauta in primo piano, lo sfondo appare inevitabilmente sfuocato. Se osserviamo poi la stessa foto tracciando una linea sui particolari che risultano a fuoco e quelli non, ci accorgeremo senz'altro che segue il tipico andamento di un pendio. Senza alcun dubbio, non quello di un presunto sfondo a pannello di una sala da posa.
La foto con la roccia "inventariata"
Un altro particolare che i complottisti sostengono sia una prova della beffa lunare, è la famosa lettera "C", che in alcune foto appare scolpita sulla roccia posta in primo piano. Sinceramente non l'ho mai notata anche ingrandendo di diverse volte la zona. Comunque gira sul web una copia di questa istantanea che presenterebbe quest'anomalia. La riporto di seguito per un confronto con l'originale scaricata dai siti della NASA:
Foto complottista | Foto originale della NASA |
Quella originale non presenta il problema! Probabilmente si tratta di un difetto di scannerizzazione della fotografia originale, dovuta forse alla polvere che si trovava sulla lastra al momento dell'acquisizione. Se non altro, non tolgo nemmeno il dubbio che possa essere stata aggiunta dai teorici del complotto stessi e poi divulgata sul web.
La foto dell'ombra dell'ugello "proiettata sulla Luna"
Un'altra foto nel mirino dei teorici del complotto è quella diffusa da loro stessi sul web, munita di deplorevole descrizione di ciò che in realtà dovrebbe rappresentare. Proprio per questa peculiarità è senza ombra di dubbio la foto che amo di più definire come uno scandalo di disinformazione. Secondo i teorici del complotto, infatti, questa fotografia ritrarrebbe l'ombra anomala e funesta, dell'ugello del motore a razzo principale (o SPS) del modulo Apollo, proiettata sul suolo lunare da un'altezza di 110 km!
La prima cosa che un profano si chiede, è come sia possibile che un "cono" di 2 mt di lunghezza, possa generare un'ombra gigantesca, su una superficie tanto distante!
Il CSM (il complesso costituito dalla Capsula Apollo e dal modulo di servizio) l'astronave madre che rimaneva in orbita con un astronauta a bordo mentre altri due scendevano sulla superficie lunare, aveva all'estremità inferiore il potente motore a razzo SPS (Service Propulsion System). Esso serviva all'astronave per le correzioni di rotta dà e verso la Luna e per entrare ed uscire dall'orbita lunare. Aveva una lunghezza complessiva di 2 mt, era riavviabile più volte in volo ed era montato su una sospensione cardanica che ne permetteva l'orientamento. Questo per me, è il chiaro esempio di come sia accanita l'impresa diffamativa di queste persone! Vi pare che alla NASA avrebbero mai pubblicato una foto con una descrizione del genere? Anche un bambino sa che un'ombra descritta in queste circostanze è impossibile! Ma vediamo punto per punto cosa in realtà visualizza la foto a differenza di quanto sostengono i teorici del complotto. La risposta sta nel fatto che come al solito, hanno nascosto la vera natura delle cose, per girare la frittata a loro favore e renderla verosimile alle loro teorie. Essa infatti non ritrae l'ombra del grande ugello, ma solamente uno dei razzi direzionali del LEM fotografato in controluce da una delle due finestre triangolari, mentre si cercava di riprendere la superficie lunare dall'orbita.
Se si osserva la bellissima foto riportata qui a sinistra, scattata dalla capsula Apollo, mentre il treno spaziale era in rotta verso la Luna, si potrà facilmente capire a cosa mi riferisco. La struttura giallastra che si vede in primo piano è il LEM, che, agganciato al modulo di comando, stava viaggiando insieme all'intero complesso verso la Luna. Esso, possedeva quattro gruppi di razzi direzionali (RCS) che servivano per le correzioni dell'assetto dell'astronave durante la discesa sulla Luna. Un gruppo di questi era installato proprio accanto ad una delle finestre principali del modulo. Un'astronauta scattò la foto da qui, riprendendo in controluce i razzi direzionali. Se osserviamo ora la foto dei luna-complottisti con occhio smaliziato (quella riportata qui a destra), ci renderemo conto senz'altro che esiste un particolare che prima c'era sfuggito e di cui i teorici del complotto non hanno assolutamente parlato.
Si tratta infatti dell'altro razzo direzionale che si trova a 90° di distanza da quello incriminato. Altro che ombra dell'ugello di SPS! E' una fotografia in controluce questa! Se osserviamo un'altra foto scattata dagli stessi astronauti poche ore dopo (riportata qui sotto a destra), si noterà senz'altro una sorprendente somiglianza! Strano che su questa nessuno abbia mai detto o scritto nulla, non vi pare? Forse perchè il campo inquadrato è maggiore e compaiono cose che sarebbe stato difficile spiegare ... e quindi da additare al complotto.
L'ombra del LEM che "arriva" all'orizzonte lunare
Continuiamo ad analizzare altre pose chiamate in causa dai luna-complottisti per divulgare le loro teorie. Un'altra foto che li ha fatto tanto chiacchierare, è quella che ritrae Neil Armstrong sulla superficie lunare, intento a scaricare dallo stadio di discesa del LEM la strumentazione scientifica ALSEP. Secondo alcuni infatti, in questa foto si vedrebbe in maniera inequivocabile la presenza di uno "sfondo di scena nero" che si staglierebbe verticalmente a pochi metri da un "finto" modulo lunare. Indice della sua presenza, l'ombra funesta del LEM che inspiegabilmente si staglierebbe verso l'orizzonte lunare quasi fino a toccarlo! Secondo i teorici del complotto questo sarebbe un errore madornale compiuto ad opera dei contraffattori lunari. In realtà le cose non stanno assolutamente così e in questa foto, come nelle altre, non c'è assolutamente nulla d'anomalo. Per capire il motivo per cui l'ombra del LEM sembra raggiungere l'orizzonte è necessario osservare anche altre pose dello stesso soggetto, scattate da altre angolazioni dagli astronauti di Apollo 11. Se si esaminano quelle ad alta risoluzione presenti sui siti NASA, ci si accorgerà subito che il LEM "Eagle" allunò nel Mare della Tranquillità, a pochi metri di distanza dal bordo di un piccolo cratere da impatto, conosciuto meglio con il nome di: Double Crater. Proprio per questo motivo, le zone limitrofe sono caratterizzate da lievi pendii dovuti all'increspamento del terreno smosso nell'energico impatto, il quale è solo uno dei centinaia di migliaia che hanno caratterizzano fortemente questa zona. L'ombra del LEM quindi non raggiunge l'orizzonte lunare ma semplicemente l'orlo superiore del cratere in questione. Il problema dell'ombra del LEM, infatti, nasce solo qualora la foto (come in questo caso), sia stata scattata troppo vicino all'oggetto in questione. Se si osservano altre foto dello stesso oggetto, scattate da altre distanze e angolazioni, tutto apparirà normale.
Le due foto riportate qui sopra ad esempio, sono state scattate da Armstrong una volta raggiunto il luogo dove è stata dispiegata la strumentazione scientifica ALSEP. Queste ritraggono il LEM "Eagle" che poggia sul suolo selenico accidentato del Mare della Tranquillità. Si noti l'ombra dell'astronave inarcarsi verso l'alto mentre appoggia sul bordo del Double Crater. La foto accanto mostra la stessa scena, ma con un contorno più marcanto aggiunto da me stesso, che mostra il profilo dell'orlo del cratere in questione. Come si può notare, non esiste nessuna anomalia e il mistero "dell'ombra all'orizzonte" può rimane tale solo ed esclusivamente, se come fanno i teorici del complotto, non viene mostrata al pubblico la reale demarcazione morfologica del contesto in cui si sviluppa. Se si osservano le foto scattate recentemente al sito d'allunaggio di Apollo 11, dalla sonda spaziale automatica LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter), ci si accorgerà come il cratere in questione, sia effetivamente vicino al modulo di discesa del LEM.
Conclusioni ...
A questo punto si potrà facilmente dedurre come nelle fotografie dell'Apollo non ci sia assolutamente nulla d'anomalo. I casi riportati dai teorici del complotto come la prova della mistificazione ad opera della NASA per coprire i propri misfatti, si dimostrano subito all'occhio scettico e attento della scienza, come fatti privi di senso, del tutto inconsistenti e quindi velocemente e ampliamente smentibili.