Possibile che da nessuna parte esistano
prove tangibili degli avvenuti allunaggi?
Certo che esistono e sono scaricabili da tutti i siti della NASA! Molte delle credenze relative al complotto lunare, nascono proprio dal fatto che la maggior parte delle persone ignora la presenza sul web di tantissimi siti, dove sono raccolte in modo scrupoloso, le fotografie, i video e tutti i dati delle missioni Apollo. Nulla di nascosto quindi, anzi! Il programma Apollo è forse il progetto umano più documentato in assoluto di tutta la storia dell'umanità. Invito i gentili lettori a di visitare i seguenti links, tanto per citare i più importanti, per rendersene conto (altri sono riportati nel frame di sinistra alla voce "I nostri web links"):
APOLLO FLIGHT JOURNAL PAGES:
http://history.nasa.gov/afj/
Una raccolta quasi completa dei dialoghi di missione, avvenuti tra gli equipaggi e il centro di controllo di Houston, minuto per minuto. Tra le righe, numerose spiegazioni, interviste, immagini, video e rubriche realtive alla missione in corso.
APOLLOARCHIVE.COM:
http://www.apolloarchive.com/
Una scrupolosissima raccolta d'immagini della magnifica era lunare. Il sito è suddiviso in sezioni e ogni missione Apollo è pienamente documentata. Nel sito sono state inserite la stragrande maggioranza delle foto disponibili, comprese quelle sbagliate. Interessantissime anche le sezioni che raccolgono le immagini del Programma Mercury, Gemini e Skylab. Da non dimenticare la sezione che raccoglie le immagini relative ai razzi Saturn,
APOLLO TECHNICAL DATA LIBRARY:
https://www.siamoandatisullaluna.com/area-download.html
Una scrupolosa raccolata dei bellissimi manuali delle navicelle Apollo (CSM) e LEM, nonché del razzo Saturn 5. Ogni manuale, scaricabile liberamente in pdf, contiene la descrizione tecnica delle apparecchiature impiegate nelle navi spaziali, nonché gli schemi pratici di funzionamento di ciscuno di essi.
APOLLO ERA DOCUMENTS:
http://www.lpi.usra.edu/lunar/documents/
Un altro completissimo sito, appartenente al prestigioso ente astronomico "Lunar and Planetary Institute", che raccoglie numerose informazioni, dati, immagini e video del programma Apollo.
Infine, invito i gentili visitatori di www.siamoandatisullaluna.com, a fare una visita alle pagine del LUNAR RECONAISSANCE ORBITER (http://lro.gsfc.nasa.gov/), la prestigiosa sonda automatica, che da un po' di tempo, si trova in orbita attorno alla Luna, con l'ambizioso scopo di mapparla completamente ad alta risoluzione, per aprire la strada a progetti esplorativi che porteranno in futuro prossimo, nuovamente l'uomo sulla Luna. Da pochi giorni, infatti, sono state rese disponibili al pubblico, le foto ad alta risoluzione dei siti d'allunaggio delle missioni Apollo, dove tra i crateri, spiccano ancora in tutta la loro lucentezza, i moduli di discesa dei LEM (lo stadio con le quattro zampe d'orate), che dal luglio del 1969 al dicembre del 1972, hanno portato i primi esseri umani a calcare la superficie lunare. Straordinarie le riprese del sito d'allunaggio di Apollo 14. Tra i crateri che caratterizzano la superficie, spiccano, oltre lo stadio di discesa del LEM con la sua ombra, anche la strumentazione ALSEP (Apollo Lunar Surface Experiments Package) lasciata da Alan Shepard e Edgar Mitchell, nel corso della loro esplorazione compiuta nel lontano febbraio del 1971. Un'altro soggetto strepitoso presente nella foto, è rappresentato dalle impronte lasciate nella polvere selenica degli equipaggi, che unendo tra loro i vari siti visitati, sono ancora perfettamente visibili sulla superficie lunare. Qui sotto una bellissima anteprima. Le altre con i relativi links, puoi trovarle qui!
Una foto tratta dal sito www.apolloarchive.com, che dimostra chiaramente che la discesa sulla Luna non era cosa semplice, è la seguente che vi propongo. Appartiene alla missione Apollo 14 e ritrae una delle quattro zampe del LEM, che durante l'atterraggio, ha "arato" il terreno lunare. Questa è una prova tangibile, che l'equipaggio non aveva perso completamente la velocità laterale, prima di appoggiare il LEM sulla Luna. Immaginate cosa possono aver provato i due astronauti, quando il modulo lunare ha cominciato a deviare di lato, sospinto da una forza che gli astronauti credevano di aver completamente eliminato. Come si può notare, non è vero che in tutte le foto dell'Apollo, il terreno circostante il punto d'allunaggio, risulta tranquillo e indisturbato. Altre prove dell'allunaggio e del decollo dalla Luna, sono visionabili addirittura in video. Quelli che vi propongo qui sotto, riportano passo per passo le fasi sopraccitate, riprese dalla telecamera automatica, montata sopra a una delle finestre triangolari del LEM, le stesse che gli astronauti utilizzavano per guidare il modulo verso un allunaggio sicuro. Nessun luna-complottista, si è mai esposto personalmente criticando questi video. Come mai? Evidentemente perchè queste immagini non risultano idonee a sostenere la tesi del complotto. Di seguito il video dell'allunaggio del LEM di Apollo 16:
Di seguito il video del decollo del modulo di risalita del LEM di Apollo 14:
Ma in realtà, un video molto citato dai teorici del complotto, esiste, eccome se esiste! Alcuni di loro, infatti, hanno criticato fortemente quello che ritrae il modulo di risalita del LEM di Apollo 17, lasciare la superficie lunare. Di seguito il video del decollo del modulo di risalita del LEM di Apollo 17:
Secondo il loro discutibile parere, in questo video, ci sarebbero numerose anomalie. La prima è che il modulo con a bordo gli astronauti, decolla dolcemente verso l'alto senza quella "velocità necessaria” a lasciare un comune corpo celeste. La seconda, è che la navicella compie questa manovra, senza che il propulsore in dotazione, sprigioni dalle sue fauci fuoco e fumo.
Innanzitutto ricordo ai teorici del complotto lunare, che la Luna non è la Terra, e come tale possiede un'accelerazione di gravità molto più bassa, se paragonata a quella del nostro pianeta. Decollare dalla superficie selenica, quindi, è molto più facile e meno dispendioso rispetto alla Terra. L'energia necessaria per entrare in orbita lunare, decollando dalla superficie selenica, è talmente bassa, che basterebbe un motore a reazione (se funzionasse nel vuoto) del tipo in dotazione ai Boeing 737, che con una singola accensione, completerebbe perfettamente questo inserimento. Sulla Terra invece, la questione è completamente diversa. Se si vuole raggiungere l'orbita è necessario utilizzare propulsori molto potenti, installati a bordo di razzi multistadio, che a seconda dell'altezza raggiunta e delle velocità in gioco, si susseguono in prestabilite accensioni di spinta, necessarie ad inserire il "carico pagante" in una traiettoria prestabilita attorno al pianeta. La necessità di utilizzare mezzi più potenti sulla Terra, nasce dal fatto che il nostro pianeta, possiede una forza di gravità 6 volte più grande rispetto a quella lunare. E' assolutamente normale, quindi, che nelle immagini dell'Apollo, il LEM lasci la superficie selenica con un'evidente leggerezza, molto più morbida, rispetto a quella sprigionata da un razzo Saturn 5, che decolla dalla Terra.
Per rispondere invece al quesito della mancanza nel video di fiamme e fumo sprigionate dal propulsore d'ascesa del modulo di risalita del LEM, bisogna chiamare in causa, sia le leggi della chimica, che la scienza fotografica. Come già spiegato in precedenza, i motori del LEM e del CSM, che erano di vitale importanza, uno, per riportare gli astronauti a ricongiungersi con il loro compagno in orbita, e due, per sottrarli alla gravità lunare e riportarli sulla Terra, erano costruiti nel minor numero di parti possibili. Questo accorgimento era mirato a scongiurare al minimo, ogni possibilità che l'equipaggio potesse rimaner bloccato sulla Luna o prigioniero dell'orbita lunare a causa di un guasto. Appunto per queste ragioni, tutti i propulsori delle navicelle Apollo (CSM e LEM) dediti alle manovre importanti (propulsione e correzioni d'assetto), erano alimentati a propellenti ipergolici, che esplodendo al solo reciproco contatto, liberavano prodigiose quantità d'energia di spinta. Il rilascio di quest'ultima, a differenza dei propulsori a propellente criogenico (idrogeno, ossigeno e cherosene liquidi), avveniva con la sola e semplice apertura delle valvole dei reagenti, che quando si combinavano tra loro nella camera di combustione del motore, esplodevano spontaneamente senza l'ausilio di complessi dispositivi d'accensione. Grazie alla notevole semplificazione del progetto, quindi, queste straordinarie macchine, si resero pratiche, insostituibili e sicure sotto tutti gli aspetti. Una caratteristica chimica dei propellenti ipergolici, è quella, una volta combinati, di non produrre fiamme evidenti da combustione, ma solo un debole bagliore, troppo leggero per essere ripreso da una telecamera degli anni '70. Se si volessero vedere le fiamme prodotte da questi propulsori, sarebbe necessario collocarsi sotto la loro verticale e dare un'occhiata dentro la "campana" dell'ugello di scarico. Si vedrebbero così i gas incandescenti prodotti dalla reazione degli ipergolici, espandersi raffreddandosi, in direzione dell'ugello di scarico. Questo raffreddamento rapido, è quello che provoca la perdita di luminosità dei gas eiettati, rendendoli invisibili al debole occhio della telecamera del Lunar Rover, le cui immagini, risultavano già di molto provate dal rumore elettronico che acquisiva il segnale analogico, nel suo lungo viaggio dalla Terra a la Luna e dal conseguente attraversamento dell'atmosfera terrestre.
Altri luna-complottisti, invece, si chiedono questo: quando il modulo di risalita del LEM decolla, la telecamera lo segue mentre sale sempre più in alto nel cielo nero. Se i due astronauti stavano lasciando la Luna, chi stava panoramicando con la telecamera? La risposta è questa: Houston dalla Terra. La foto qui sotto, ne è la prova. Un tecnico del centro di controllo missione, manovrava via radio (!) la telecamera della Rover che si trovava sulla Luna, riprendendo così il decollo degli astronauti. La trasmissione di controllo partiva dalla Terra con un anticipo di circa 1,3 secondi, consentendo così, di compensare i ritardi accumulati dal segnale per raggiungere la Luna. Questo accorgimento consentiva di riprendere in tempo reale la partenza del LEM. A sincronizzare tutte le operazioni tra la Terra e la Luna, tra cui anche questa appena descritta, ci pensava il preciso timer di missione su cui tutto il programma di missione si basava. Oltre a questa funzione, la telecamera aveva il compito di favorire le riprese televisive degli astronauti sulla superficie lunare, i quali, impegnati nell'esplorazione, non dovevano preoccuparsi di puntare verso di loro la telecamera ogni qualvolta si spostavano. Tutto questo consentì agli scienziati sulla Terra di interagire per la prima volta virtualmente, con gli astronauti su un altro mondo. Come si potrà facilmente notare, non servì assolutamente la presenza del "terzo uomo", per riprendere questa meravigliosa scena.